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lunedì 25 ottobre 2010

MARCHIONNE:"YES WE CAN"

In questi giorni, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Marchionne a " il tempo che fa" di Fazio, e' scoppiato un putiferio con dichiarazioni allarmate sia di destra:" Marchionne ha parlato piu' da canadese che italiano" di Fini, sia di sinistra: "non possiamo diventare cinesi", da parte del segretario del PD. Non parliamo poi delle dichiarazioni di Epifani, Antionio Di Pietro, Vendola e affini.
Dato che sia a destra che a sinistra sono cosi' uniti nell'attaccare Marchionne, ci fa pensare che, probabilmente ha detto il vero. Purtroppo i numeri sono dalla parte di Marchionne. Veniamo ai fatti:
- l'azienda e' in utile, ha un piano industriale che funziona, ha rivisto gli obiettivi al rialzo, il mercato lo premia;
- Marchionne e' stato chiamato da parte dell'amministrazione Obama per rimettere in sesto la Chrysler che era sull'orlo del baratro. Le stime di Chrysler sono anche loro al rialzo ,la previsione e' di arrivare ad un 35% del capitale da parte di Fiat entro il 2011 (Fiat potra' superare il 50% solo una volta restituito tutto il debito nei confronti dello stato americano)
- La richiesta di aumento di produttivita' con adeguamento dei salari reali al resto d'Europa ha un suo senso logico. Il fatto che neanche 1 euro di utile arriva dalle fabbriche italiane dovrebbe far riflettere.
La classe politica invece di difendersi dietro lo "status quo" dovrebbe provare a guardare oltre la linea del fronte. Sediamoci tutti intorno ad un tavolo, sindacati, lavoratori, politici, imprenditori e prepariamoci contro la grande guerra della competizione globale.

Platone 3000


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